(video) Bagheria tappa dell’itinerario artistico “Attraverso Palermo” Ignazio Moncada, evento collaterale di Manifesta 12
Pubblicato il 19 giugno 2018 • Comunicati
Anche Bagheria è protagonista, nell’anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, di Manifesta 12 la biennale di arte contemporanea in programma nel capoluogo siciliano da giugno a novembre 2018, grazie ad un prestigioso evento collaterale presentato oggi, in conferenza stampa, dall’Archivio Ignazio Moncada ed organizzato in collaborazione con la Fondazione Sicilia, il Museo Guttuso di Bagheria e il Museo Civico di Castelbuono.
Il grande progetto dedicato ad Ignazio Moncada “Attraverso Palermo” parte dal capoluogo siciliano e tocca oltre che Castelbuono anche la Città delle Ville, Bagheria dove Moncada è protagonista con “La stanza dell’Irrequieto” a villa Trabia e con “Le Rappresentazioni” al Museo Guttuso.
“La stanza dell’Irrequieto” nella settecentesca e privata villa Trabia è stata realizzata nel 1995, in ceramica policroma. Al Museo Guttuso sono ospitate alcune opere e una installazione, ed in particolare oltre all’opera “Archeologie Astratte” (1979) già inclusa nella collezione permanente, saranno esposte al piano terra tre grandi tele del ciclo “Le Rappresentazioni”, produzione del 2000 dedicata alle Metamorfosi del Mito e, nella gipsoteca, la scultura in ceramica “Il pallottoliere”.
Alla conferenza stampa di Palermo erano presenti oltre che l’assessore alla Cultura del Comune di Bagheria, Romina Aiello, il presidente della Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore, lo storico d’arte Sergio Troisi, Laura Barreca direttrice Museo Civico di Castelbuono Ruggero Moncada di Paternò, figlio dell’artista e direttore dell’Archivio.
«Desidero ringraziare il presidente dell’Archivio Moncada che ha scelto quella che, in qualche modo, è anche la sua città, lo ringrazio per averla inserita in questo percorso di arte contemporanea perché coinvolge non solo diversi Enti ed Istituzioni ma soprattutto diversi territori, mettendoli in comunicazione» – così l’assessore Aiello che sottolinea: «Questo è il merito di questa idea che spinge il visitatore a girare il territorio attraverso la visita di questo ciclo dietro il quale c’è un filo logico di relazione. Abbiamo già un’altra opera del maestro a villa Cattolica, appartenente ad un altro ciclo e questa presenza è molto importante per noi perché mostra come il museo Guttuso non sia solo il grande Renato Guttuso ma come sia scrigno di tanti altri artisti contemporanei di Guttuso, soprattutto siciliani che tanto hanno dato all’arte contemporanea».
«E’ un affascinante percorso che parte da Palermo e si spinge fino a Bagheria e Castelbuono alla scoperta delle opere realizzate da Ignazio Moncada in queste sue infaticabili esplorazioni di sempre nuovi linguaggi» - spiega così Ruggero Moncada di Paternò il progetto e sottolinea che, in qualità di direttore dell’Archivio Moncada, ha inserito nel percorso anche l’apertura al pubblico de “La stanza dell’irrequieto” a villa Trabia, a Bagheria, sperando di aver messo l’accento sulla possibilità che una manifestazione temporanea lasci ai siciliani, e a tutte le persone che la visiteranno, un’eredità permanente come incentivo ad essere sempre più coinvolti dal mondo dell’arte».
Si ricorda che “La stanza dell’irrequieto” è visitabile mediante prenotazione attraverso il sito dell’archivio www.ignaziomoncada.org.
Un estratto della conferenza stampa è disponibile sul canale youtubre comunale alla seguente url: https://youtu.be/Gv56wzfG3Ns
Marina Mancini
Ufficio stampa www.comune.bagheria.pa.it
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Moncada al Museo Guttuso di Bagheria
Nota di Francesco Tedeschi
Le opere a Villa Cattolica, sede del Museo Guttuso (che già ospita una tela di Moncada nella collezione permanente) sono tra quelle di maggiori dimensioni, all’interno del vasto ciclo realizzato tra il 2000 e il 2012, e dell’intera produzione dell’artista. Avviato a seguito di un confronto con la scena teatrale, che già in altri casi aveva spinto Moncada a immaginare composizioni di grande formato, con soluzioni aperte a diverse soluzioni formali, questo nucleo di lavori si sofferma su alcune tonalità di fondo, che generano l’atmosfera generale, acquatica, tellurica, ctonia, nella quale le diverse forme che si rincorrono hanno valore di archetipi della memoria e dell’inconscio. In questo, l’artista individua rapporti con le figure del mito, oggetto della nuova rappresentazione. Con l’occupazione dello spazio prodotto si vuole sottolineare il carattere proprio di una pittura messa in scena. La produzione ceramica, che ha sempre accompagnato l’attività pittorica di Moncada, trova nella ludica versione di un pallottoliere, un modo di giocare con le misure, con lo spazio, con la storia.
Stanza dell’irrequieto – Villa Trabia - Bagheria
Nota di Sergio Troisi
A partire dall'inizio degli anni Settanta la ceramica ha accompagnato costantemente l'opera pittorica di Ignazio Moncada, recependone modi e segni e declinandoli nella specificità di materie e processi - ma anche forme e strutture quali piatti o vasi -a loro volta carichi di memoria storica. Realizzata nel 1995 per Villa Trabia, a Bagheria, la Stanza dell'Irrequieto rielabora ugualmente un altro aspetto centrale nella ricerca dell'artista, quella componente della pittura a farsi ambiente e spazio che aveva trovato, nei grandi teloni che rivestivano i ponteggi durante i restauri delle architetture (Pont Art, vennero subito battezzati questi interventi tra il 1982 e il 1992), l'occasione spettacolare per fondere il movimento del colore con quello delle città. Ma già la Pont Art, a sua volta, sviluppava il principio di una vibrazione del colore che nei cicli delle Trasparenze e soprattutto di Alesa variava in termini quasi musicali le strutture segniche e cromatiche. Nella Stanza dell'Irrequieto quel procedimento teso verso l'esterno si introflette, ed è precisamente questo contrasto tra il movimento di espansione ricercato dalla pittura e l'ambiente interno in cui è articolato a giustificare il richiamo alla irrequietudine. Lungo il rivestimento in ceramica delle pareti, del pavimento e del soffitto della stanza si succedono così quelle articolazioni aperte che negli anni Novanta Moncada aveva sperimentato nei cicli chiamati Ambivalenze e Differenze: impronte lievi di colore come danzanti per trasparenze e sovrapposizioni, con tracce residuali di geometrie elementari - circoli, ellissi - e altre tracce invece in diagonale quasi mosse dalla brezza. Rossi, neri, verdi, turchesi, una tavolozza mediterranea: l'irrequietudine al fondo non è altro che un invito al viaggio.