PIP Monaco: l'amministrazione comunale fa chiarezza. Entro giugno 2024 di dovrà realizzare l'insediamento produttivo. Un ufficio speciale lavorerà solo al PIP Monaco.

Pubblicato il 24 febbraio 2022 • Comunicati

Un'operazione di trasparenza ed informazione quella messa in campo dall'amministrazione sulla questione relativa al definanziamento dell'area artigianale dell'insediamento produttivo del PIP Monaco. 
Il sindaco di Bagheria, Filippo Maria Tripoli, l'assessore alle Attività Produttive e affari Legali Brigida Alaimo, e il vicesindaco e assessore al Bilancio Daniele Vella, durante la conferenza stampa di oggi, hanno fatto il punto sul passato e sul futuro di quel che l'amministrazione comunale ha fatto e dovrà fare per salvare finanziamento e progetto dell'area artigianale.
Intanto alcune date: il finanziamento di circa 15 milioni di euro (incluso PIP Cotogni) risale al 2010;  il 31 luglio del 2019 viene comunicato al Comune di Bagheria il definanziamento dell'opera e questo a seguito di varie criticità alcune delle quali legate alle mancate risposte ricevute dal Mise, il ministero dello sviluppo economico che inviò due note cui non seguirono risposte da parte dell'Ente, il 7 luglio 2014, ed il 9 febbraio 2016. Solo nel 2017 dal Comune partì una risposta diretta al ministero giudicata non esaustiva. 
Queste le date relative al passato.
Veniamo al futuro: quello che l'Ente dovrà mettere in campo per rispettare i termini della transazione messa in atto dai legali del Comune grazie al certosino lavoro degli avvocati Claudio Trovato e Piercarmelo Russo: Entro il 31 ottobre 2023 si dovranno eseguire i lavori residui per la realizzazione dell'area PIP, entro il 30 aprile 2024 dovrà essere eseguito il collaudo tecnico amministrativo di tutte le opere ed infine il 30 giugno del 2024 andranno verificati, in conclusione, tutti gli atti amministrativi delle opere.
«Vogliamo precisare quale è stato  il percorso intrapreso dall'amministrazione comunale, all'indomani del nostro insediamento e  della notizia del definanziamento sulle aree artigianali del PIP M0naco» - esordisce il sindaco Tripoli che spiega che Bagheria non ha una vera e propria zona dedicata alle aree artigianali ed industriali di cui invece la città necessita. «Appresa la notizia del definanziamento abbiamo deciso di inviare tutta la documentazione alla Procura della Repubblica, perché era grande il danno che ne sarebbe derivato per la città, un probabile nuovo dissesto» - spiega il primo cittadino - «da allora ci siamo attivati subito per condurre diverse interlocuzioni con il MISE chiedendo la revoca del definanziamento» che, in prima battuta,  l'Ente non è riusciti ad avere.
Ma l'amministrazione non si è persa d'animo ed ha cercato di far capire al MISE l'importanza strategica del PIP Monaco per Bagheria, allo scopo di far venir meno il contenzioso tra Ente e Mise, raggiungendo un accordo mediante la transazione che ha dettato i tempi precisi già indicati e gli impegni di realizzazione dell'opera.
«Leggendo il decreto di definanziamento ci si può rendere conto di chi siano le responsabilità» - spiega Tripoli che non nasconde la soddisfazione di poter dire che il finanziamento del PIP Monaco è salvo tenendo a ringraziare tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato a recuperare la riassegnazione dei fondi salvando l’opera pubblica. Il sindaco annuncia anche che verrà costituito un ufficio comunale apposito che si occuperà della realizzazione del PIP Monaco al fine di dare risposta ai tanti artigiani del  territorio che vogliono ampliare la loro attività. 
«Era doveroso affrontare l'argomento a viso aperto per trasmettere quella che è un'ottima notizia per la comunità - dice l'assessore Brigida Alaimo che entra negli aspetti legali e tecnici della faccenda.  «Il finanziamento del 2010 di poco più di 15 milioni di euro doveva servire a realizzare due infrastrutture, oltre al PIP Monaco, anche il PIP Cotogni ma su quello occorrerà un'apposita conferenza stampa - spiega l'assessore alle Attività Produttive che riferisce  che nel 201o il 90% del finanziamento era già stato erogato all'Ente e che la vicenda più critica ha riguardato gli espropri dell'area private della zona.
Per quelli espropri era previsto un costo, stabilito dal MISE, di 28, 19 euro al metro quadro, costo che invece, in talune transazioni con i privati, che  erano nel diritto di opporsi, raggiunse anche i 300 euro a metro quadro.
«Ed è evidente che lì qualcosa non ha funzionato» - dice Alaimo - «ecco perché abbiamo deciso di mandare tutto in Procura e lasciare agli enti preposti di indagare sulle responsabilità che appaiono dalla natura degli atti»«Ad oggi ci sono ancora dei contenzioni aperti»  - aggiunge l'assessore - «perché il privato non riconosce il valore di 28,19 euro a m.q. Altre criticità sono poi state riscontrate sui lavori che avevano una data di termine e che non sono state rispettate. Ora abbiamo assunto degli impegni che dobbiamo necessariamente mantenere, impegni inseriti nella transazione che ci portano a fine giugno 2024.
«Gli step la città deve conoscerli»- aggiunge Alaimo - «perché i cittadini devono essere controllori, lì dove altri hanno agito con troppo relax».
Anche l'assessore agli Affari Legali ci ha tenuto a ringraziare alcuni attori che hanno giocato un ruolo fondamentale nella risoluzione della transazione, oltre all'avvocato Claudio Trovato, la ex dirigente Vincenza Guttuso, la dottoressa Francesca Lo Bue, tutto l'ufficio legale dell'ente, l'ingegnere Giancarlo Di Martino e l'architetto Paolo Mattina e per la sottoscrizione dell'atto il comandante Maurizio Parisi, ma anche diversi bagheresi, che lavorano in Enti interessati come la dottoressa Alessandra Scaccia
Si sofferma sugli aspetti economici della vicenda il vicesindaco e assessore al Bilancio Daniele Vella che inizia proprio dai ringraziamenti che vanno estesi all'avvocato Piercarmelo Russo, che ha co-difeso l'ente insieme a Trovato dando un contributo decisivo per tamponare l'emergenza. 
«Un'emergenza  -
spiega Vella - che appena ci siamo insediati abbiamo dovuto affrontate immediatamente per evitare difficoltà finanziarie importanti per un ente, che, come tutti gli Enti locali,  già, di per sé, vive una cronica situazione finanziaria. Non solo: c'era il rischio di dover perdere 4.709.000 euro  del finanziamento, di cui 4.200.000 mila già erogati al Comune, ma c'era anche la richiesta degli interessi che decorrevano giornalmente».  «Ad oggi 931 mila euro da spendere per l'opera residuano nel bilancio e sono già impegnati per il finanziamento, nel bilancio 2021 ulteriori somme, circa 200 mila euro, sono state previste dall'amministrazione per gli espropri, ed ulteriori 20 mila euro per altre spese varie sempre legate agli espropri» - riferisce l'assessore al Bilancio che chiarisce che «la revoca del finanziamento si avrà definitivamente solo rispettando il termine di giugno 2024». 
«Tutti ora dobbiamo lavorare per il completamento dell'opera, rispettando il cronoprogramma» -
conclude Vella - «aiuti trasversali da vari partiti politici e da professionisti che lavorano in altri enti sono stati utili e sono ancora auspicabili».

Marina Mancini
ufficio stampa