Anche Bagheria tra i Comuni custodi della Macchia Mediterranea, firmata l’intesa a Caltagirone
Pubblicato il 21 novembre 2016 • Comunicati
Il Comune di Bagheria, con l’adozione della delibera n. 173 del 18 novembre 2016, ha aderito alla “Carta dei Comuni custodi della Macchia Mediterranea e con la firma al documento avvenuta oggi a Caltagirone, alla presenza dei rappresentanti istituzionali degli enti che hanno aderito al progetto.
Per il Comune di Bagheria era presente l’assessore al Verde Pubblico, Gaetano Baiamonte, che dopo essersi recato alla festa dell’albero, organizzata dagli studenti dell’istituto comprensivo Aiello, ha preso parte alla conferenza che si è svolta a Caltagirone.
Fare rete tra i comuni che diventano appunto “custodi” della Macchia Mediterranea è l’obiettivo del progett che prevede l’adozione di programmi di tutela del patrimonio naturalistico dell’Isola.
La sottoscrizione della carta impegna i Comuni a promuovere la conoscenza, la conservazione e la tutela nei territori da loro amministrati della macchia mediterranea.
La firma dell’atto avviene, non a caso, nella Giornata nazionale dell’Albero.
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Il sindaco Patrizio Cinque con l'assessore Gaetano Baiamonte[/caption]“Il Comune di Bagheria – ha dichiarato l’assessore Baiamonte – aderisce alla Carta dei Comuni custodi della Macchia Mediterranea perché crede è consapevole che la Macchia mediterranea è un’importante riserva di biodiversità accogliendo più del 20% delle specie animali e vegetali censite. Troppe sono le minacce che incombono sulla macchia, penso ai numerosi incendi estivi e penso alla nostra bellissima risorsa che è Monte Catalfano e su cui presto torneremo a lavorare per la sua tutela”.
Come si legge nella delibera di Giunta il progetto della Carta dei comuni custodi della Macchia Mediterranea nasce da un’idea del professor Aurelio Angelini, docente dell’Università di Palermo, Francesco Cancellieri, presidente dell’Associazione Centro di educazione ambientale Messina, Renato Carella, presidente dell’Associazione di educazione e volontariato ambientale “Ramarro Sicilia”, Giuseppe Lo Paro docente dell’Università di Messina, Vincenzo Piccione, docente dell’Ateneo Catanese, Francesco Maria Raimondo, già presidente dell’Associazione botanica italiana e Salvatore Scuto, già dirigente dell’assessorato regionale ai Beni culturali-
La tutela è dettata dalla necessità di attuare una selvicoltura di prevenzione per fermare lo sfruttamento antropico, contrastare gli incendi, prevalentemente dolosi e gli abusi legati al pascolo.
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ufficio stampa